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Fotopletismografia (PPG): una nuova frontiera per la valutazione dell’equilibrio del tuo sistema nervoso autonomo

Fotopletismografia

Cos’è la Fotopletismografia (PPG)

La fotopletismografia è una tecnica di misurazione ottica che rileva le variazioni di volume del sangue nelle estremità. Attraverso questa valutazione, è possibile ottenere informazioni preziose sulla regolazione del sistema nervoso autonomo – responsabile dell’equilibrio tra le risposte di “attacco o fuga” (simpatico) e “riposo e digestione” (parasimpatico).

Perché è importante

  • Individuare squilibri del sistema nervoso autonomo: Parametri come la variabilità cardiaca (SDNN), il Total Power o l’ANS Balance offrono indicazioni sullo stato di salute generale e sulla capacità del corpo di adattarsi a stress fisici ed emotivi.
  • Prevenire e monitorare: Attraverso valori come VLF power, LF power e HF power, è possibile comprendere meglio l’influenza di stress, emozioni e abitudini di vita sul benessere psicofisico.
  • Identificare disfunzioni circolatorie: Grazie all’analisi del Bilateral Flow Gain (BFG), possiamo valutare la presenza di eventuali vasocostrizioni e regolare gli interventi terapeutici in maniera più precisa.

In cosa consiste l’esame

  • Rapido e non invasivo: Con l’ausilio di un apposito sensore ottico, vengono registrate le variazioni di flusso sanguigno e le frequenze cardiache.
  • Risultati accurati: I dati acquisiti vengono elaborati e rappresentati in grafici (Power Spectral Density, ANS Balance, Bilateral Flow), offrendo un quadro chiaro e dettagliato delle condizioni del paziente.
  • Interpretazione personalizzata: Un professionista specializzato analizza i risultati, integrandoli con la storia clinica e lo stile di vita della persona.

 

Il ruolo del biofeedback respiratorio

Se dall’esame emergono anomalie o zone di criticità, il biofeedback respiratorio può rappresentare un valido supporto terapeutico. Attraverso esercizi di respirazione mirati, si può favorire un riequilibrio del sistema nervoso autonomo, migliorando sia la variabilità cardiaca che la risposta allo stress. È importante ricordare che il biofeedback, se prescritto da un medico nell’ambito di un protocollo di cura, completa e non sostituisce i percorsi terapeutici convenzionali.

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